Ne esistono di diverse tipologie e per questo è bene capire quali spese rimborsano per evitare brutte sorprese nel momento del bisogno

La salute prima di tutto. Gli italiani ne sono sempre più convinti tanto che la spesa destinata per visite e cure è in costante crescita e quest’anno potrebbe sorpassare i 40 miliardi di euro dell’anno scorso (dati Osservatorio sui Consumi Privati in Sanità). Una tendenza che si riflette anche sulla domanda di polizze sanitarie private, sempre più diffuse anche in Italia. Ma come funzionano e cosa coprono esattamente? Ne esistono diversi tipi con coperture e ovviamente costi diversi. E’ bene quindi fare chiarezza per capire quale tipo di polizza è più adatta alle proprie esigenze.

Che cosa sono?

Le polizze sanitarie coprono le spese ed eventuali perdite economiche legate alla salute dell’assicurato. In particolare, tutelano la persona dal verificarsi di circostanze che possono allontanarla per un periodo di tempo dalle sue normali attività, o, peggio, impedirle del tutto. Coprono dal rischio di danni che possono derivare da una lesione fisica o da una patologia e che siano causa di morte, invalidità permanente totale o parziale o inabilità temporanea a svolgere le normali attività. Le forme più diffuse garantiscono il rimborso delle spese sostenute per le cure.

Indennitarie o a rimborso

L’infortunio è accidentale, originato da un evento violento ed esterno che produce lesioni con conseguenze più o meno gravi e durature. La malattia, invece, ha una causa “endogena”, ha origine cioè da una patologia interna.

Le tipologie Long Term Care e per gravi malattie

Esistono poi due particolari tipologie: le polizze Long Term Care e le polizze per gravi malattie.

La prima copre le spese dovute alla mancata autosufficienza sia in caso di malattia o infortunio, sia in caso di vecchiaia. Sono quindi coperture di lunga durata, spesso collegate a polizze vita, che vanno stipulate per tempo pensando alle esigenze che si potranno avere in vecchiaia.

La seconda è invece dedicata esclusivamente a coprire i rischi che derivano da patologie molto gravi. Queste polizze, dette “Dread desease” o “Critical illness”, in genere garantiscono, al verificarsi dell’evento, il pagamento di un capitale prefissato. Spesso sono abbinate anche in questo caso ad assicurazioni sulla vita che prevedono la copertura in caso di morte.

Indennizzo o rimborso?

Guardando invece al recupero delle spese sanitarie o eventuali perdite economiche, le polizze si possono distinguere in due macro categorie: quelle in forma indennitaria e quelle a rimborso.

La prima forma consiste nel pagamento di un indennizzo, ossia una somma “forfettaria” determinata nelle clausole contrattuali, che copra per esempio il periodo di degenza in ospedale o comunque di interruzione dal lavoro per malattia o infortunio. Questa soluzione potrebbe essere utile soprattutto ai lavoratori autonomi che, a differenza dei dipendenti, non godono delle agevolazioni legate alla malattia. Ovviamente l’ammontare dell’indennizzo varia a seconda del premio annuo pagato e delle condizioni previste nel contratto.

Come suggerisce il nome stesso, la polizza sanitaria a rimborso prevede, invece, il recupero delle spese sostenute per visite mediche, medicinali, interventi chirurgici, trattamenti fisioterapici, odontoiatrici, e così via, a seconda della copertura offerta e dei massimali prestabiliti.

Quanto costa sottoscrivere una polizza sanitaria?

Il costo di una polizza sanitaria può variare molto perché determinato da una serie di variabili. Nella composizione del premio annuo solitamente incidono: età e condizioni di salute dell’assicurato, oltre che il tipo di prestazioni e coperture offerte, le franchigie, gli scoperti e i massimali (più è alto il massimale, più è alto il premio).

Cosa coprono?

In genere, le polizze garantiscono il rimborso delle spese principali relative a un ricovero o a un intervento chirurgico e delle spese accessorie, quali ad esempio il trasporto in ambulanza al luogo di cura. Spesso prevedono anche il rimborso delle spese precedenti o successive al ricovero (come accertamenti diagnostici, visite specialistiche, controlli medici, ecc).

Vengono però fissati massimali, ossia importi massimi di spesa per la compagnia assicurativa, per ciascun tipo di rimborso. Ad esempio è fissato un certo massimale per gli interventi chirurgici, un diverso massimale per il periodo di degenza o per le cure domiciliari, e così via. Inoltre, molti dei contratti di rimborso spese sanitarie hanno delle limitazioni e sono efficaci solo per malattie e infortuni che richiedono il ricovero oppure un intervento chirurgico.

Gli errori da evitare

Proprio per il fatto che ci sono diverse variabili e coperture, prima di sottoscrivere una polizza sanitaria è molto importante verificare quali spese sono effettivamente rimborsabili e quali massimali la compagnia arriva a coprire in modo da non avere brutte sorprese nel momento del bisogno. Non solo. Attenzione anche alle franchigie e agli scoperti, se sono previsti e a quanto ammontano. Da ultimo, ma non meno importante è la compilazione del questionario sul proprio stato di salute richiesto solitamente dalla compagnia prima della conclusione del contratto per raccogliere le informazioni che le sono necessarie per valutare il rischio che assume e quindi determinarne il premio. Non si tratta di una semplice formalità! Se si forniscono informazioni inesatte o incomplete si rischia di perdere totalmente o in parte il diritto all’indennizzo.

Potrebbero interessarti anche: