Si spende troppo per il welfare in Italia. Può sembrare strano sentirlo dire a fronte di servizi carenti e tagli periodici alle prestazioni, ma è così. Lo racconta il grafico sopra che mostra l’incidenza della spesa per la protezione sociale sul prodotto interno lordo. A fronte di una media dell’Europa a 28 del 28,7%, la Penisola spende il 30% del proprio Pil per il welfare. Battuta, anche se di poco, anche la media dell’Eurozona: 29,7%. Tra i maggiori concorrenti europei, ci superano solo la Francia, che tocca il 34,9%, e i Paesi Bassi (30,9%). Dietro di noi si colloca la Germania (291%), ma anche il Regno Unito (27,4%) e persino la Svezia col 29,6%.

LE DUE FACCE DEL WELFARE IN ITALIA

Dove vanno a finire i nostri soldi? In pensioni, soprattutto, dove siamo ai primi posti in Europa con il 16,4% del Pil destinato alla previdenza (anche se non mancano le disparità). Mentre per la Sanità ci collochiamo nelle zone più basse delle classifiche Ue con una spesa inferiore al 7% del Pil. Lo squilibrio diventa ancor più evidente andando a valutare la spesa sanitaria pro capite in Europa, descritta nel grafico sopra.

Nel 2015 in Italia la spesa sanitaria pubblica è stata di 2.481 dollari pro capite, meno dell’Irlanda (2.628) e della Finlandia (2.669). Restano, infatti, lontanissimo i dati di Francia (3.317), Svezia (3.336), Germania (3.691), Danimarca (4.029) e Paesi Bassi (4.375).

A questa cifra bisogna aggiungere un 25% di ulteriori investimenti privati, diretti oppure rimborsati da assicurazioni professionali o personali, che non migliorano di molto la situazione.

DIFFERENZE TRA LE REGIONI


Gli squilibri si ripetono anche all’interno del nostro Paese, accentuati dal fatto che la sanità è di competenza regionale. Così a fronte di Regioni come la Valle d’Aosta o la Provincia autonoma di Bolzano, dove la spesa sanitaria pro capite si aggira sui 2.200 dollari annui, altri territori si fermano attorno a quota 2.000 (Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Molise e Sardegna).

In fondo alla classifica della spesa regionale, invece, ci sono amministrazioni come Piemonte (1.885), Lombardia (1.834), Veneto (1.737), Toscana (1.854) ed Emilia-Romagna (1.854). Si tratta di Regioni considerate all’avanguardia nell’eccellenza sanitaria e che attirano molti pazienti da altre parti d’Italia (scopri di più su Truenumbers). Allora il problema resta sempre lo stesso: non quanti fondi si spendono per le cure mediche, ma come vengono investiti. 

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