Scarsa cultura verso i prodotti multiramo e asimmetria tra il volere dei risparmiatori e la visione degli operatori di settore. Questi gli aspetti emersi dal sondaggio di Medvida Partners effettuato nei 3 giorni del Salone del Risparmio (#SdR16)
In occasione del Salone del Risparmio che si è svolto il 6,7 e 8 Aprile presso il Mico di Milano, Medvida Partners ha lanciato un sondaggio che ha fatto luce sui diversi punti di vista tra operatori di settore e risparmiatori, in merito a investimenti, propensione al rischio e al livello di consapevolezza e informazione che guida le scelte.

 

Percezione degli operatori.
Il fattore più importante evidenziato nelle diverse risposte è la disinformazione verso i prodotti finanziari-assicurativi di tipo multiramo: il campione ha dichiarato di percepire come maggiormente efficiente un investimento in fondi, dimostrando di ignorare le 2 anime dei prodotti multiramo: selezione di singoli fondi e di linee di gestione a profilo di rischio (Unit Linked), investimento nella Gestione Separata sulla quale la Compagnia presta la garanzia del capitale.
Un altro dato rilevante riguarda il rapporto tra età e propensione all’investimento del cliente: nella percezione degli operatori la fascia d’età più idonea cui proporre un prodotto assicurativo multiramo sarebbe tra i 36 e i 50 anni (43%), poiché si associa tale strumento ad investimenti di medio/lungo termine. Di conseguenza gli operatori sembrerebbero poco propensi (solo il 5%) ad offrire tale tipologie di prodotti agli over 65, non considerando l’importanza che invece i prodotti assicurativi possono assumere nel processo di efficienza fiscale e pianificazione successoria del patrimonio di una famiglia.
Dalla survey è emerso inoltre che, meno del 15% degli operatori, destinerebbe una percentuale maggiore del 60% del capitale dei propri clienti, ai prodotti assicurativi. Anche in questo caso traspare l’associazione “prodotto assicurativo -> investimento bloccato”, che non rappresenta la nuova offerta caratterizzata dai prodotti multiramo flessibili.
Per quanto riguarda gli asset ritenuti migliori in termini di rapporto rischio/rendimento nei prossimi 12 mesi la regola è di rischiare tutto o nulla: mentre il 45% degli intervistati promuoverà la gestione separata, il 27% ritiene che il miglior rapporto rischio/rendimento sarà rappresentato dai fondi azionari. Le imprese del settore calibrano quindi le loro offerte in un contesto poco lineare nel quale è difficile soddisfare le attese; troppo orientato o a ridurre al massimo i rischi oppure nel caso opposto a massimizzare il rendimento, considerando poco le opportunità intermedie.

 

Percezione dei clienti.

Dal punto di vista dei clienti, trasparenza e fiducia sono gli elementi più importanti che li guidano nell’investimento. Dovendo sottoscrivere un prodotto assicurativo il 50% si affiderebbe certamente a una banca, il 18% ad agenti e broker, il 14% a promotori finanziari, il 7% alle poste e solo l’11% preferirebbe investire in completa autonomia. Significativo è che oltre il 50% ritiene fondamentali i servizi di consulenza, informazione e avere a disposizione una reportistica trasparente e di facile consultazione.
Rispetto alla percezione del rapporto rischio/rendimento delle asset class, i clienti risultano più divisi nelle scelte: il 29% predilige la gestione separata, seguita dai fondi total return/flessibili (25%) e solo il 7% di essi si affida ai fondi azionari.

 

Cosa mette d’accordo operatori e risparmiatori?
Il bisogno di trasparenza, prodotti personalizzati e la possibilità che questi si adeguino alle esigenze di vita del cliente risultano essere il minimo comune denominatore della richiesta in termini di investimento e rischio.

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