Ecco lo scenario su azioni e obbligazioni del mese di giugno descritto da Marco Romani durante la sua partecipazione alla trasmissione “Missione Risparmio” di ClassTV.

Rimaniamo positivi sul mercato azionario anche se il “timing” d’entrata ricoprirà sempre più un ruolo determinante al fine di poter registrare ritorni positivi nel breve periodo.
Il mese di giugno vede un appuntamento molto importante: il referendum inglese sulla permanenza o meno del Regno Unito all’interno della Unione Europea (UE). Siamo dell’opinione che il risultato andrà a determinare in modo tangibile le scelte degli investitori. Come già scritto non crediamo che la maggioranza del popolo inglese voglia uscire dalla UE. Rimaniamo perciò moderatamente positivi sull’Asset Class azionaria, seppur consapevoli che, dopo il recente recupero iniziato dai minimi di febbraio, ad oggi le quotazioni sono in linea con i multipli storici incorporando già le attese di una crescita globale che è già stata rivista più volte per il 2016.
Vediamo quindi con maggiore dettaglio le aree che preferiamo dal punto di vista geografico per quanto riguarda gli asset azionari, su un orizzonte temporale di più ampio respiro:
Europa: Positivi. Riteniamo il mercato europeo relativamente più interessante per le potenzialità ancora inespresse di una ripresa economica non pienamente a regime e supportata da una politica monetaria ancora particolarmente accomodante per i prossimi mesi. Ad oggi, all’interno di questa area geografica, il mercato italiano ha subito un maggiore “sell off” a causa delle problematiche del settore bancario e la minore leva fiscale a disposizione rispetto agli altri paesi a causa del debito pubblico ancora elevato e i vincoli imposti dalla Unione Europea. Per questo motivo siamo più cauti (neutrali) anche se la creazione e il funzionamento di un nuovo mercato dedicato ai Non Profit loans (NPL) potrebbe portare il nostro giudizio a positivi perché in grado di liberare ulteriori risorse a disposizione delle banche per l’economia e riportare il settore ad una profittabilità più in linea con il passato.
USA. Neutrali /negativi. Premesso che all’interno di un’Asset Allocation equilibrata e diversificata non possiamo per definizione escludere il mercato americano che, come sempre ha dimostrato anche quest’anno, ricopre un ruolo “difensivo” nelle fase di aumento della volatilità, riteniamo ad oggi i prezzi delle azioni eque. La politica monetaria meno accomodante della FED e le elezioni americane di novembre sono ulteriori elementi che potrebbero influenzare negativamente questa area.
Giappone: Positivi. Il recente storno delle borsa giapponese associato alla ribadita volontà delle autorità politiche e monetarie di continuare a supportare la crescita ci suggeriscono di rimanere positivi su questo mercato.
Emergenti: Neutrali. La difficile e lunga transizione dell’economia Cinese da economia del settore primario a economia industriale ma soprattutto basata sul settore terziario (nei prossimi anni), la cui crescita dipenderà sempre più dai consumi interni, sta determinando un rallentamento dei tassi di crescita cui la Cina ha abituato il mondo nel corso degli ultimi 20 anni. In un contesto ormai globalizzato e interconnesso ciò è fonte di preoccupazione per tutte le economie mondiali e motivo di incertezza anche per gli investitori. Nonostante le quotazioni siano allettanti rimaniamo al momento neutrali su tale mercato anche se siamo dell’opinione che tale processo produrrà dei risultati positivi.

Per quanto riguarda la componente obbligazionaria:
Corporate bond: Positivi/Neutrali. I rendimenti interni delle obbligazioni Investment Grade (ovvero il cui rating è maggiore di BBB) non sono particolarmente interessanti ma, in termini opportunistici, abbiamo incrementato l’esposizione tra marzo e aprile a seguito delle dichiarazioni d’intento della BCE di allargare il programma di acquisti sul mercato secondario a partire da questo mese; per quanto riguarda gli “High Yield” (inferiori a BBB) abbiamo colto una finestra d’opportunità nel corso del mese di marzo quando gli spread di tali strumenti hanno raggiunto livelli molto interessanti d’acquisto. Ad oggi le valutazioni rimangono neutrali;
Titoli di Stato: Negativi. Nonostante l’effetto Banche Centrali (in Europa) possa ancora di più “schiacciare” i rendimenti (con effetti positivi sui prezzi) non riteniamo conveniente il rapporto prezzo/rendimento che oggi tali strumenti esprimono. Anzi sul lungo termine presentano, dal punto di vista finanziario, più un rischio negativo che una opportunità. Questa opinione trova fondamento soprattutto per i titoli di stato Core dei paesi europei (Germania, Francia).
Riteniamo invece più interessante il mercato bond dei paesi emergenti anche se il proseguimento della politica monetaria americana di incremento graduale dei tassi continuerà ad accentuare la volatilità su tale asset class.
Liquidità: Negativi/Neutrali. La cornice di riferimento disegnata dalla Banca Centrale Europea impone oggi a chi detiene liquidità un costo. Chi decide di detenerla lo fa a scopo di poter avere delle riserve per investire nel momento che ritiene più opportuno. Per questo motivo rimaniamo negativi ed eventualmente neutrali solo a scopo di poter avere a disposizione un bacino di risorse al fine di incrementare la componente d’investimento.

 

Marco_Romani

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